Uno degli argomenti più discussi sui gruppi dedicati agli scrittori emergenti riguarda la correzione di bozze. Quando uno scrittore alla prima esperienza chiede consigli su un professionista a cui affidare questo servizio, spunta sempre qualcuno che commenta: “Se devi farti correggere l’opera da un altro, allora non sei un bravo scrittore”. Be’, non è proprio così e, oltre a ferire chi riceve l’accusa, crea un pregiudizio del tutto infondato. Purtroppo non è la sola affermazione scorretta e in questo articolo abbiamo voluto raccogliere i 5 luoghi comuni sulla correzione di bozze nel tentativo di sfatarli e di argomentarli in maniera più approfondita.
- 1. SE TI SERVE UN CORRETTORE BOZZE, ALLORA NON SAI SCRIVERE!
- 2. LA CORREZIONE DI BOZZE MODIFICA LO STILE DELL’AUTORE
- 3. LA CORREZIONE DI BOZZE COSTA TROPPO
- 4. LA CORREZIONE PUOI FARLA DA SOLO O AFFIDARLA A UN AMICO CHE LEGGE TANTO
- 5. LA CORREZIONE BOZZE SPETTA ALL’EDITORE! FARLA IN ANTICIPO È SBAGLIATO
1. Se ti serve un correttore bozze, allora non sai scrivere!
Questa è forse l’insinuazione più comune, mirata a ferire l’orgoglio di chi la riceve. Tuttavia, mettiamo da parte le provocazioni di chi non conosce il mondo dell’editoria e concentriamoci sui dati reali.
La correzione non è altro che un controllo fondamentale e irrinunciabile in ogni casa editrice del mondo. Addirittura in questo articolo sulla storia della correzione bozze abbiamo dimostrato che si tratta di una pratica antichissima e sempre più raffinata che è evoluta nel tempo.
Tutti i testi, a prescindere dall’autorevolezza degli scrittori, affrontano questo controllo, perfino i manuali di linguistica o di grammatica italiana. Questo accade perché la correzione non parte dal presupposto che l’autore non padroneggi la propria lingua, ma da una considerazione precisa: nessuno è perfetto e tutti quanti commettiamo errori!
In un testo scritto di nostro pugno e che conosciamo ormai a memoria, si tende inoltre a non vedere più i refusi e certi problemi. Qui interviene il correttore bozze, una figura professionale con profonde conoscenze della grammatica e della linguistica che offre un punto di vista esterno. Il correttore, proprio come un atleta, allena quotidianamente occhi e mente alla ricerca degli errori. La lettura volta all’individuazione dei refusi non è equiparabile a quella che si fa per svago o per studio. Il correttore si concentra sul senso della frase, guarda la “meccanica” del periodo, legge molto lentamente e, se possibile, ad alta voce. Inoltre, si focalizza su ogni lettera di una parola, vincendo i processi cognitivi automatici che inconsciamente ci permettono di decifrare un termine visualizzando solo le lettere iniziali e quelle finali che la compongono (ne abbiamo parlato qui). Infine è un lettore ripetitivo, nel senso che è tenuto a svolgere più “giri di bozze”, ovvero a rileggere almeno tre volte il testo.
Vi è anche una ragione di mercato: a chi farebbe piacere comprare un libro zeppo di errori? Un testo, ricordiamolo, è anche un “prodotto” e per essere venduto deve superare vari controlli di qualità, tra cui la correzione. Solo in questo modo si rispetta la fiducia che il lettore ripone nell’opera e nell’autore al momento dell’acquisto.
2. La correzione di bozze modifica lo stile dell’autore
Assolutamente no! La questione è molto semplice: lo stile non si tocca. Se qualche correttore bozze lo fa, sta superando un confine ben preciso. La voce dell’autore va sempre preservata e valorizzata. In genere il correttore non si occupa di questioni strutturali e logiche (questi sono compiti dell’editor), ma si limita a individuare gli errori grammaticali, ortografici, di punteggiatura, tipografici, etc. Non esiste dunque alcun pericolo.
E se l’autore stesse usando uno stile particolare che prevede l’uso di errori? Be’, che fortuna allora il fatto che il correttore non sia ancora stato sostituito dai computer. Un professionista è in grado di comprendere il contesto di una frase e quando l’autore opta appositamente per l’uso di un registro linguistico più basso, con qualche volontaria sgrammaticatura. In questo caso, solitamente, si parla prima con l’autore, che comunica le sue scelte. In alternativa, se il correttore avrà dei dubbi potrà lasciare dei commenti a margine del testo rivolti allo scrittore, invece di intervenire direttamente con la correzione.
3. La correzione di bozze costa troppo
Questo dipende in realtà da molti fattori. Occorre specificare che non esiste un tariffario comune per la correzione di bozze. Il preventivo per la revisione di un testo deve infatti tenere conto di alcuni fattori:
- la lunghezza del manoscritto in termini di caratteri spazi inclusi o di cartella;
- le condizioni di partenza di un testo da correggere (per esempio il manoscritto di uno straniero che non scrive nella sua lingua madre potrebbe contenere fino a 50 o 100 errori per cartella);
- la natura del testo (per es. i saggi su argomenti tecnici richiedono competenze linguistiche specifiche o controlli accurati);
- le tempistiche di consegna richieste (se occorre una restituzione urgente bisogna fare gli straordinari!).
Tuttavia in genere una tariffa base parte da 1,50 € a cartella per un romanzo o un saggio divulgativo. Un libro di 100 cartelle richiederebbe dunque 150 €. Sembra tanto? Il correttore leggerà tre volte il testo e si confronterà con gli autori per le questioni che richiedono il loro intervento o la loro consultazione. In media per correggere 50 cartelle secondo i metodi descritti sopra potrebbero volerci dalle 5 alle 8 ore di tempo. Si potrebbe obiettare che un lettore abituale impiega meno ore per leggere le stesse pagine, ma attenzione, un conto è leggere una pagina corretta e un discorso fluido e un conto è una pagina con molti problemi che richiedono attenzione, interventi e controlli su vocabolari e testi tecnici.
4. La correzione puoi farla da solo o affidarla a un amico che legge tanto
Questo può valere per qualcuno, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è purtroppo così.
Qui non si mette in dubbio che l’autore sia un professionista della scrittura, lo abbiamo detto anche sopra. Di certo esistono scrittori perfettamente in grado di presentare testi in ottime condizioni, altri invece sono eccellenti sceneggiatori ma non profondi conoscitori della lingua. A ogni modo, spesso gli errori che facciamo non li vediamo da soli, talvolta il nostro sguardo passa sopra un termine scorretto e non lo vede o, cosa più comune, non lo riconosce. Un punto di vista esterno può aiutare a rendere il manoscritto perfetto, ad aprirci gli occhi su usi linguistici che credevamo corretti o semplicemente a essere più sicuri del nostro lavoro prima della pubblicazione.
Di testi “corretti” da amici, professori, laureati e cugini invece ne abbiamo letti moltissimi e, senza togliere nulla a nessuno, abbiamo spesso trovato ancora ampio spazio d’azione. Leggere tanto non significa per forza essere dei correttori esperti. Facciamo un esempio musicale: molti di noi passano ogni mese centinaia di ore ad ascoltare musica, eppure questo non significa che sappiamo “mixare” un disco o correggere una partitura. Certo, sappiamo riconoscere una stonatura, una nota scrocchiata, ma sappiamo dire con certezza quali sono le note o gli accordi che andavano usati? Magari serviva un Fa#m7-5 e noi abbiamo consigliato un Fa#m, sembra quasi lo stesso ma non lo è!
5. La correzione bozze spetta all’editore! Farla in anticipo è sbagliato
Questa è un’affermazione che parte da un assunto vero: un editore serio si occupa sempre della correzione di bozze prima di mandare un libro in stampa.
Però non tiene conto di un fattore importante. L’editore seleziona il libro basandosi anche sulle condizioni di partenza di un’opera. Il linguaggio è il vestito del nostro romanzo o saggio e presentarsi a un colloquio sporchi e trasandati in genere non è una buona idea. Non si può pensare che in un libro il linguaggio sia un elemento messo in secondo piano. Inoltre bisogna tenere conto che ogni mese gli editori sono assaliti da centinaia di nuove proposte, dunque talvolta è necessario sveltire le pratiche di selezione. Un testo con numerosi errori nelle prime pagine rischia di essere subito cestinato. Ecco perché è necessario arrivare a questa selezione già pronti. Non possiamo assicurare che un testo corretto sarà sicuramente scelto, ma di certo aumenteranno le sue possibilità di essere preso in considerazione.
Infine l’editoria è cambiata, non esistono più soltanto la casa editrice tradizionale e quella a contributo, ma è sempre più forte il fenomeno del self-publishing. Qui non vi sono intermediari, un autore può pubblicare la propria opera senza affidarsi a nessuna figura professionale. Tuttavia, nei primi anni della sua nascita il self-publishing era noto come il luogo in cui finivano gli scarti della letteratura non selezionata dagli editori. Questo accadeva anche perché i testi nella maggior parte dei casi venivano messi in vendita in pessime condizioni, senza un editing né una correzione di base. A lungo andare le opere self vennero additate come prodotti di scarsa qualità. Oggi per fortuna non è più così, gli autori hanno capito che autopubblicarsi significa essere imprenditori del proprio progetto, sul quale bisogna dunque investire per arrivare a ottimi risultati. L’autore diventa editore e come quest’ultimo deve occuparsi dell’intero progetto editoriale, della correzione, della grafica, della copertina e della promozione. La correzione di bozze è dunque, anche in questo caso, uno dei passaggi più importanti e non può essere trascurata se si vuole presentare un libro di qualità al lettore.
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